Egr. Sindaco e pubbliche Istituzioni,

quanto avvenuto la sera del 3 giugno 2017 in piazza San Carlo, ha lasciato molti cittadini torinesi attoniti e sgomenti per il senso di assoluta precarietà e insicurezza in cui ci si trova a vivere.

Quella sera abbiamo dovuto piangere la morte di una ragazza di soli 38 anni, colpevole di aver voluto vivere la propria gioventù, assistendo in piazza a una partita di calcio.

Un’altra signora, per giunta estranea all’evento, ma trovatasi lì per caso, Marisa Amato, è rimasta tetraplegica. Centinaia di persone, presenti in quella piazza, non hanno ancora superato lo choc e i traumi psicologici di quella notte.

Le responsabilità di quanto accaduto, dirette e indirette, sebbene la giustizia stia facendo il suo corso, sono evidenti agli occhi di tutti.

Nella più totale confusione di attribuzione delle responsabilità a ridosso dell’evento, Erika Pioletti si spegneva dopo alcuni giorni di agonia all’Ospedale San Giovanni Bosco.

Da quel momento, la sua famiglia si è chiusa nel più cupo dei dolori, che la perdita di un figlio genera.

La nostra Associazione, insieme allo zio, ha inoltrato regolare domanda in Comune per l’apposizione di una targa sullo stabile dove é avvenuto il fatto che costò la vita alla ragazza.

L’anno scorso, motivata dall’assenza dei ‘tempi tecnici’ per la disamina della richiesta, si è svolta  una cerimonia molto sbrigativa in cui é stata posta una corona e dei fiori alla presenza del Sindaco e delle istituzioni comunali invitate.

Tra i vari vessilli istituzionali e della Società Juventus, non una parola é stata profusa in ricordo, lasciando che gli squilli di tromba raccogliessero le emozioni presenti nei cuori di ognuno.

La ragione per cui é stata rinviata la decisione di apporre una targa in ricordo di Erika é contenuta nella Circolare n. 18 del 29 settembre 1992. Con questa il Ministero dell’Interno fornisce direttive alle Prefetture (titolari del potere di autorizzazione a decorrere dal 1 gennaio 1993) circa il rilascio delle autorizzazioni per l’intitolazione di vie, piazze, monumenti e lapidi, scuole e aule scolastiche o altri luoghi pubblici a persone che siano decedute da meno di dieci anni.

A tal fine, l’Amministrazione comunale deve presentare un’istanza allegando la delibera di giunta comunale concernente l’oggetto della richiesta e la planimetria dell’area territoriale interessata. Qualora si tratti di persona non pubblica o di persona deceduta da meno di dieci anni, è necessario allegare anche il curriculum vitae.

Da giugno ad oggi non si sono fatti ulteriori passi in merito, e la volontà di apposizione della targa da parte del Sindaco Chiara Appendino e della Giunta, non sembra palesarsi.

Non risultano notizie in merito alla delibera della Giunta  che, se trovasse conferma, equivarrebbe a dire che, a cinque mesi dal prossimo anniversario, l’iter deve ancora iniziare.

A breve inoltreremo nuova richiesta al Sindaco.

Vorremmo risposte chiare e precise, dovute non tanto a noi, che ci facciamo portavoce, ma alla famiglia Pioletti.

Abbiamo coltivato il Ricordo delle vittime dell’Heysel per trent’anni, prima di vedere tributare alle stesse il doveroso e giusto riconoscimento.

Non vogliamo che lo stesso accada a Erika, il cui epilogo scomodo rischia di essere frettolosamente archiviato nel ‘dimenticatoio del tempo’.

Una targa non restituirà una vita, non lenirà il dolore, ma ricorderà ai tanti che negli anni la guarderanno, come in quella piazza successe qualcosa di assurdo che si dovrà cercare di evitare, ad ogni costo, nel prossimo futuro.

Beppe Franzo