ACCADEVA OGGI: 13 MAGGIO 1973
Penultima giornata di campionato, inseguiamo il Milan ad un punto e vincere in casa contro l’altra squadra Meneghina è d’obbligo per tenere ancora viva la fiammella della speranza.
In realtà sono giorni di passione e felicità, la Juve per la prima volta nella sua storia ha raggiunto la finale di Coppa dei Campioni, finale che si disputerà di lì a poco a Belgrado nella Jugoslavia di Tito contro il grande Ajax di Cruyff. Pertanto fervono i preparativi per questo viaggio della speranza, un mare di tifosi è pronto a pagare fior di lire per poter esserci con qualsiasi mezzo; alcuni addirittura in bicicletta o con l’autostop.
Ritorniamo all’incontro, primo tempo di marca Bianconera, vantaggio immediato con rasoiata dal limite di Marchetti, raddoppio di Altafini al 42° su rigore. Nel frattempo in uno scontro fortuito si era infortunato Salvadore, sostituito ad inizio ripresa da Savoldi II. Complice anche il caldo e la voglia di non sprecare energie inutili, soprattutto attenti a non subire altri infortuni, amministriamo ed il gol al termine della partita di Corso con un tiro dal limite di destro, una cosa quasi inverosimile per un mancino puro come lui, non ci crea grossi patemi d’animo.
Invasione finale per abbracciare i propri beniamini, sventolio in campo di migliaia di bandiere con i nostri amati colori. Bandiere perlopiù fatte in casa ed esibite con grande orgoglio da tutti, grandi e piccoli e pensate che non si era ancora vinto niente, la fatal Verona Rossonera doveva ancora arrivare. Dico così perchè in questi giorni di gioia per i risultati enormi mai raggiunti da nessuno nella storia del calcio Italiano, tirare fuori Bandiera e senso di appartenenza esibendoli con amore sarebbe proprio il minimo per onorare squadra e società.
Forza Juve “AD MAIORA SEMPER”.